Complice il caldo, la variabilità
degli stati d'animo femminili, o piuttosto il mio animo bellicoso,
ebbene sì, ho trascorso due fantastici giorni a scazzare col mio
fidanzato.
E lui ad assecondarmi.
(quando si dice “l'Ammore”)
Il risultato di questi due giorni di
follia è stato a dir poco sorprendente.
Non solo non mi ha mollata, lasciandomi
da sola a redarguire le meduse spiaggiatesi sulla battigia, ma mi ha
fatto capire che sono miope: non riesco a vedere oltre la punta del
mio naso, e purtroppo per questo genere di miopia non c'è occhiale
che tenga.
Forse siamo noi donne, o forse sono
semplicemente io, a desiderare un principe azzurro carico di regali,
che scriva poesie e canzoni d'amore, e che orbiti placidamente
attorno a noi, finché non ci sentiamo soffocare da tante attenzioni,
e lo rispediamo al mittente, tornando a
lamentarci della nostra sciagurata sorte che ci ha impedito, con tante persone che calcano il suolo del pianeta, di trovarne una
“degna” delle nostre aspettative (e magari poi la troviamo!... il
solito puzzone arrogante che ci vuol plasmare ad immagine dei suoi
desideri, e che ci molla quando recalcitriamo per rivendicare la
nostra capacità di raziocinio).
Siamo “dolcemente complicate”...
come cantava la Mannoia tanti anni fa.
Eppure basta poco per capire ed uscire
da questa spirale di egocentrismo: innanzitutto realizzare che non si
tratta di un sistema pianeta-satellite,
bensì di un sistema binario come quello in cui due atomi mettono in condivisione
le proprie nuvole elettroniche per formare un legame covalente (non
occorre che entrambi possiedano la stessa densità elettronica, basta
semplicemente che la condivisione sia equa in base a necessità e
possibilità); sembra poesia per nerd? Forse il parallelismo lo è,
ma la realtà è molto più semplice di quanto possa esserlo
qualunque descrizione.
Penso
che le coppie più solide lo siano, non tanto per affinità
caratteriale, piuttosto per complementarietà
del carattere e delle capacità da spendere all'interno della coppia:
per cui va bene che uno sia più riflessivo e l'altro abbia maggior
prontezza di spirito, o che uno sia più osservatore e l'altro abbia
più faccia tosta... e così via.
Poi
ci si deve convincere che gli oggetti non dànno la felicità, forse la
sanno imitare, ma non costituiscono l'origine del nostro appagamento,
anche perché alla fine a cosa ti servono degli oggetti freddi ed
incapaci di dimostrare amore, se con mille capricci rischiamo di far
scappare qualcuno che ci ama veramente?
Ed
infine, ma non perché sia meno importante, bisogna capire che l'amore è
incondizionato
e totalmente gratuito:
non c'è niente che possa emulare anche lontanamente la sensazione di
essere “il doppio di se stessi”, semplicemente perché ci si trova fianco a fianco.
E
penso che tanto basti per stare bene insieme.
Certo
poi fanno piacere tutte le sdolcinerie da romanzetto
rosa, ma senza farle divenire il perno della relazione.
p.s. comico:
personalmente, in tema di regali, ho scoperto di avere un debole per
le scatole da regalo: già un paio di volte mi è capitato che mi facessero un regalo contenuto in una bella
scatola, io resto a guardarla imbambolata per un quarto d'ora, fino a
quando non mi si dice “Ehy, ma io ti ho regalato quello che sta
dentro, non la scatola!”.
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