martedì 6 gennaio 2015

Emigrante?...

Ci sono viaggi che non dimentichi, soprattutto se il loro significato ti piomba sulle spalle mentre sei per strada.

25 anni ed una laurea conseguita da poco.
La consapevolezza che a Messina, da Messina e senza esperienza, non avrei potuto sfruttarla più di tanto.
Pertanto, spronata da mia madre (soprattutto) decisi di tentare la fortuna studiando per alcuni test di ammissione a master universitari, di cui il primo fu a Genova (quello non andò in porto, fortunatamente, perché le tematiche vertevano prevalentemente sull'energia nucleare).


Era il 2009, al termine della primavera, in una tiepida giornata di sole.
Dietro consiglio di un'amica prenotai il posto in cuccetta comfort, sul "Treno del Sole", Palermo-Torino, che passava da Messina nel tardo pomeriggio.
La cuccetta era pulita e accogliente: tutto era bianco e profumato poiché ancora nuovo dopo il recente acquisto dalle ferrovie francesi.

I miei mi accompagnarono allo scompartimento, dove posizionai accanto al finestrino le mie "coperte di Linus": cellulare, libro, Settimana Enigmistica, bottiglietta d'acqua.
A seguire le solite raccomandazioni, ascoltate distrattamente: "Sta' attenta... Ricordati di telefonare... Se non va bene non è la fine del mondo...".
Tante carezze e tanti baci, forse più del necessario, quando inatteso ma inevitabile giunge l'invito del capotreno a scendere.

E il treno parte per essere inghiottito dalla nave traghetto, mentre in quello scompartimento così vuoto sentii di essere completamente sola.

A villa San Giovanni salirono due signore, una anziana, ed un'altra di mezza età, che salutai quasi con scontrosità. Gli occhi dolci di quella anziana, che centrò subito il mio tallone d'Achille, cioè che ero sola in quel viaggio in cerca di fortuna "nel Continente", mi intenerirono, ma ciò che mi fece salire un nodo alla gola furono le sue rassicurazioni: "Puoi chiamare tua madre e tranquillizzarla: dille che qui sei in compagnia di altre due mamme, e che io sono pure una nonna.".

Non dimenticherò mai due donne talmente dolci da dividere i loro dolcetti per il viaggio e da insegnarmi come si prepara una cuccetta e quali sono le precauzioni per il viaggio.
Non dimenticherò mai la nonna di un ciclista calabrese, tanto orgogliosa per il fatto che corresse con Vincenzo Nibali, innamorata a tal punto del nipote, da portarne la foto vicina al cuore durante il viaggio e da mostrarla agli altri passeggeri.
Non dimenticherò mai il loro arrivo a Pisa, dove lei avrebbe dovuto farsi curare.
Non dimenticherò mai i loro auguri per il futuro.

Ho, purtroppo, dimenticato i loro nomi.

Loro furono le prime di una lunga serie di angeli che incrociarono il mio cammino rendendolo meno gravoso.

Spero che, dovunque siano, stiano bene.

Nessun commento: