La nascita di internet, e soprattutto il suo sviluppo e la diffusione a macchia d'olio di chat-line, forum e sistemi di messaggistica istantanea sempre più sofisticati ha contribuito ad accorciare le distanze fra un capo e l'altro del mondo, ed allo stesso tempo ha modificato radicalmente le modalità di interazione fra le persone.
Lo stile-chat,
rapido, spiccio, è il predominante: non conta più quel che si scrive,
ma quanto velocemente lo si fa e quanto si riesce a sbalordire
l'interlocutore.
Certo, poiché in un sistema di
comunicazione prevalentemente scritto o parlato perdono di significato i
silenzi, la gestualità (fondamentale soprattutto in Italia), gli
sguardi ed il calore che essi riescono a trasmettere.
La parola
assume un ruolo fondamentale, e da mezzo semantico diviene essa stessa
emblema della nostra personalità: deve essere diretta, deve colpire e
centrare l'obiettivo, pena l'invisibilità agli occhi del villaggio
globale.
E all'interno di codesto villaggio, ove tutto è
sbandierato, proclamato, e mai sussurrato od accennato, creiamo il
nostro personaggio, il nostro avatar, ciò che desideriamo che la gente
pensi di noi.
Parimenti interagiamo con l'idea che altri voglion darci di sé, coi loro personaggi creati ad hoc, e viviamo la nostra "doppia vita" fra etere e realtà.
Come nella "vita reale" scambiamo impressioni, opinioni, e spesso suscitiamo emozioni.
Le
emozioni sono quelle entità intangibili che colorano la nostra vita a
tinte arcobaleno e la rendono degna di essere vissuta; siamo quindi in
diritto di dire quali siano più degne di irrompervi, se quelle scaturite
da un qualsiasi episodio di vita vissuta o quelle generate da uno
scambio di impressioni attraverso un computer?
Non ci regalano
forse le stesse emozioni anche le pagine di un libro, le note di un
musicista o l'accostamento di colori di un quadro o di una foto?
Perchè quindi l'insorgere di polemiche sui mezzi di comunicazione virtuale?
A
mio parere le opere d'arte, di qualsiasi genere, non contribuiscono
quasi mai al distacco dell'uomo dalla realtà, perchè legate alla
percezione sensoriale.
Il rischio legato ai mezzi di comunicazione
virtuale è quello di creare, attraverso le parole, un surrogato delle
percezioni sensoriali, col risultato di generare una "vita parallela"
nell'etere e di vivere esclusivamente quella, preoccupandosi più
dell'immagine fornita attraverso lo strumento virtuale che dei rapporti
interpersonali con altri esseri umani.
Questa è l'idea che mi son fatta dopo anni di osservazione dell'impiego mio e altrui della rete e dei servizi che offre.
Chissà in che modo tutto questo si evolverà.
Spero
che torniamo ad assurgere al nostro ruolo originario di utenti e non di
schiavi di questi mezzi, e che la nostra vita torni ad essere una
sinfonia armoniosa di note e pause, in cui ci siano crescendo e diminuendo, allegretti e larghetti, e non una cacofonia in cui un insieme di note sempre crescente in numero ed intensità riempia tutti i vuoti della nostra vita.
Una vita dal ritmo più sostenibile.
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