domenica 19 dicembre 2010

Viaggiatori dell'etere, figli della virtualità

La nascita di internet, e soprattutto il suo sviluppo e la diffusione a macchia d'olio di chat-line, forum e sistemi di messaggistica istantanea sempre più sofisticati ha contribuito ad accorciare le distanze fra un capo e l'altro del mondo, ed allo stesso tempo ha modificato radicalmente le modalità di interazione fra le persone.
Lo stile-chat, rapido, spiccio, è il predominante: non conta più quel che si scrive, ma quanto velocemente lo si fa e quanto si riesce a sbalordire l'interlocutore.



Certo, poiché in un sistema di comunicazione prevalentemente scritto o parlato perdono di significato i silenzi, la gestualità (fondamentale soprattutto in Italia), gli sguardi ed il calore che essi riescono a trasmettere.
La parola assume un ruolo fondamentale, e da mezzo semantico diviene essa stessa emblema della nostra personalità: deve essere diretta, deve colpire e centrare l'obiettivo, pena l'invisibilità agli occhi del villaggio globale.
E all'interno di codesto villaggio, ove tutto è sbandierato, proclamato, e mai sussurrato od accennato, creiamo il nostro personaggio, il nostro avatar, ciò che desideriamo che la gente pensi di noi.
Parimenti interagiamo con l'idea che altri voglion darci di sé, coi loro personaggi creati ad hoc, e viviamo la nostra "doppia vita" fra etere e realtà.
Come nella "vita reale" scambiamo impressioni, opinioni, e spesso suscitiamo emozioni.
Le emozioni sono quelle entità intangibili che colorano la nostra vita a tinte arcobaleno e la rendono degna di essere vissuta; siamo quindi in diritto di dire quali siano più degne di irrompervi, se quelle scaturite da un qualsiasi episodio di vita vissuta o quelle generate da uno scambio di impressioni attraverso un computer?
Non ci regalano forse le stesse emozioni anche le pagine di un libro, le note di un musicista o l'accostamento di colori di un quadro o di una foto?
Perchè quindi l'insorgere di polemiche sui mezzi di comunicazione virtuale?

A mio parere le opere d'arte, di qualsiasi genere, non contribuiscono quasi mai al distacco dell'uomo dalla realtà, perchè legate alla percezione sensoriale.
Il rischio legato ai mezzi di comunicazione virtuale è quello di creare, attraverso le parole, un surrogato delle percezioni sensoriali, col risultato di generare una "vita parallela" nell'etere e di vivere esclusivamente quella, preoccupandosi più dell'immagine fornita attraverso lo strumento virtuale che dei rapporti interpersonali con altri esseri umani.

Questa è l'idea che mi son fatta dopo anni di osservazione dell'impiego mio e altrui della rete e dei servizi che offre.
Chissà in che modo tutto questo si evolverà.

Spero che torniamo ad assurgere al nostro ruolo originario di utenti e non di schiavi di questi mezzi, e che la nostra vita torni ad essere una sinfonia armoniosa di note e pause, in cui ci siano crescendo e diminuendo, allegretti e larghetti, e non una cacofonia in cui un insieme di note sempre crescente in numero ed intensità riempia tutti i vuoti della nostra vita.
Una vita dal ritmo più sostenibile.

Nessun commento: